Visite pastorali
Il quaderno n. 18 della Collana pubblicata dall’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”, e diretta da Alvaro Tacchini, è stato curato da Nadia Burzigotti, che - dopo aver esaminato i verbali delle visite pastorali effettuate tra gli anni '50 dell’Ottocento e la metà del Novecento - ha scelto di seguire Mons. Dario Mattei Gentili in visita alle chiese della diocesi tifernate nel biennio 1893-1895. Il territorio percorso dai vescovi comprende l’area collinare e montana della diocesi ai confini con le Marche, senza trascurare il territorio di Apecchio, facente parte della diocesi castellana. La studiosa esamina con cura gli inventari dei beni appartenuti agli enti religiosi; dà conto delle risposte ai questionari proposti ai parroci e dei verbali che documentano le visite pastorali; si immedesima nelle difficoltà incontrate dai vescovi e dal sèguito; fornisce preziose notizie sui luoghi visitati, sulle chiese e sulle parrocchie collocate lungo l’itinerario e nei territori attraversati dai visitatori; registra le sorprese documentate dai testi letti e interpretati. Il lavoro di ricerca è stato svolto prevalentemente nell’Archivio diocesano di Città di Castello, che ha consentito di programmare la consultazione delle due serie dell’Archivio vescovile concernenti le visite pastorali e gli inventari dei beni delle parrocchie visitate.
Delineato il quadro storico-geografico-ecclesiastico dell’area presa in esame, Burzigotti si sofferma sul valore documentario delle visite pastorali per chi intenda ricostruire la storia non solo della vita diocesana; illustra la realtà sociale degli abitanti dei luoghi visitati, soffermandosi sulle condizioni sanitarie di una popolazione rurale “povera e poco istruita, dedita alle attività agricole e all’allevamento”; descrive la vita grama di famiglie abitanti in case sparse, non sempre collegate da strade percorribili, animate da una grande devozione verso la Madonna (della Neve, del Fulmine, dei Rimedi ecc.), sentita come protettrice dagli sconquassi provocati dai cataclismi climatici e dai terremoti. È noto che riti, feste e celebrazioni sacre hanno da sempre scandito “la vita delle comunità locali nell’arco dell’anno” e che il culto dei Santi e della Madonna spesso confinava con una devozione che allarmava le autorità religiose, come documentano le visite dei vescovi, preoccupati delle tradizioni di devozione estrema, praticata dai fedeli.
In questo saggio sono illustrate le condizioni sociali e le pratiche religiose che emergono dai verbali delle visite dei vescovi. Ma, all’autrice non basta dar conto dei verbali relativi all’Ottocento e al primo Novecento: interessa scavare nel terreno della storia, anche recente, al fine di tracciare un articolato profilo ambientale, che non rifugge dagli avvenimenti del Novecento. Sappiamo, così, che Scalocchio, ora spopolata e abbandonata, ha ospitato un’importante abbazia benedettina e un castello ritenuti tra i “presidi religiosi e militari” più importanti della Massa Trabaria nel Medio Evo, e apprendiamo dati e notizie storiche su Botina, su Passano e Cantone, sul pittoresco borgo di Sant’Andrea in Corona, sulla località di Piampoleo, sugli insediamenti rurali di Corposano e Stregorata, sulla “baronia” di Monte Ruperto, per finire con il borgo di Montone, che custodisce la memoria di Aldo Bologni, ucciso il 6 maggio 1944 dalle SS tedesche.
di M.M.