Dossier
La grande Storia si interessa degli eventi centrali e non si cura dei popoli marginali che vengono schiacciati o addirittura cancellati. È accaduto col popolo armeno nel 1915, di cui la Turchia non riesce nemmeno a riconoscere il genocidio, accade anche oggi con i migranti che percorrono la rotta balcanica o che stazionano nelle isole dell’Egeo in attesa di richiesta di diritto di asilo in Europa. Spesso sono siriani, afghani, iracheni, che dovrebbero essere accolti secondo le norme internazionali, un diritto negato dalla polizia croata, ma anche da quella italiana.
In tutta la Croazia per i richiedenti asilo ci sono solo due centri con un migliaio di persone e i respingimenti sono molto violenti: vengono praticate torture, abusi sessuali, i migranti vengono derubati dei soldi, dei telefonini, lasciati senza scarpe, al freddo, nella neve, in condizioni assurde. Quando un gruppo di parlamentari europei ha visitato il campo di Lipa, in Bosnia, si è reso conto che i giovani vivono sotto le tende, senza areazione, con poco riscaldamento, senza energia elettrica, senza acqua. In un campo che ospita mille persone ci sono 15 bagni chimici e 10 docce. Molti ragazzi hanno la scabbia e ferite ai piedi perché hanno tentato molte volte di superare il confine, ma sono stati respinti con la violenza. In un altro campo, circondato dal filo spinato, sembrava di essere sprofondati in scene di un altro tempo.
Ci sono persone che vivono nella foresta, all’aperto, d’inverno, con i bambini piccoli, pur di arrivare alla libertà.
È una tragedia indescrivibile che dovrebbe scuotere le coscienze dell’Europa. Stiamo perdendo il senso di umanità ed è importante ripensare a un sistema di accoglienza e di integrazione dei migranti. Ma è soprattutto il grido, a volte silenzioso a volte accorato, dei dimenticati che è urgente ascoltare.
Di Achille Rossi