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Scuola e parco vanno a braccetto

Perugia. Costruire una scuola ai Rimbocchi serve a riqualificare parco e area circostanteumbria una regione di rifiiuti altrapagina aprile 2021 1

Una notizia, apparsa nel novembre scorso nel giornale locale, può ancora attirare attenzione. Così recita: “Scuola ai Rimbocchi, dietrofront…”.

L’articolo riporta che Comune e Provincia hanno avuto un ripensamento sulla scelta di localizzare un edificio scolastico presso l’area verde dei Rimbocchi. È bastato davvero poco,  un comitato di cittadini e un paio di assemblee pubbliche, per cambiare idea e affermare che il parco non sarebbe stato un luogo adatto per la costruzione di una nuova scuola.

Il giornalista chiude il “pezzo” commentando che: «…con l’uscita di scena del progetto l’area dei Rimbocchi vede probabilmente sfumare la possibilità di una sua riqualificazione generale …”. Sicuramente vale la pena fare una passeggiata nella zona! Il termine  “Rimbocchi” sta a identificare un bordo ripiegato del tessuto cittadino. Su questa striscia di terra che unisce la città col fuori porta si affacciano tre popolosi quartieri: Elce, Montegrillo e l’Oliveto che si estendono a ovest della città. Questo luogo ha una identità, oltre che geografico-topografica, anche storica e culturale che tuttora sopravvive, nonostante l’eterna incuria in cui versa.

Non a caso vi si trovano: via delle Sorgenti di cui purtroppo, dopo la tombinatura, è rimasto solo il nome, un rigagnolo a testimonianza delle rinomate Terme di San Galigano e poi, salendo, dove la collina di Monte Morcino confina con il cielo, nell’antico cenobio olivetano, la prima architettura rinascimentale perugina. Proseguendo in direzione sud arriviamo alle Fonti Vegge. Ci sono tutti gli ingredienti per un intervento di restauro ambientale significativo. Basta un semplice colpo d’occhio per rilevare come questi preziosi luoghi vadano osservati come componenti di un’opera pittorica vivente, in cui tutti i particolari sono in armonica, scambievole relazione.

Negli anni Settanta i cosiddetti Rimbocchi assursero allo status di “parco”, e contemporaneamente vi furono edificati: un centro di vita associativa (CVA), un campetto da calcio e un circoletto, con annessa area “polivalente”. Oggi, dopo 50 anni l’intera zona si mostra vecchia, decrepita, cadente e sottoutilizzata. Un parco che non c’è: qualcosa di veramente penoso e micragnoso.

Questo “quadro ambientale” di grande valore ha tutte le potenzialità per svolgere la funzione di asse portante, a patto che si elabori un disegno del verde che preveda sentieri alberati, effetti scenografici, percorsi d’acqua, prati, panchine, orti e giardini.

Tutto ciò è il verde “meraviglioso” che va oltre il “verde” fine a se stesso, standardizzato, municipalizzato e burocratizzato.

Tornando all’articolo di stampa (seppur letto in ritardo), sorge spontanea una domanda: ma chi l’ha detto che i parchi sono incompatibili con le scuole? Parco e Scuola sono come “pane e formaggio”, entrambi sfamano e fanno crescere. Stanno bene insieme perché svolgono una scambievole funzione di reciproca cura, protezione e salvaguardia.

Chi l’ha detto che Perugia non ha tutte le risorse possibili e immaginabili per adeguarsi in vista di una nuova società post-covid del futuro? È irrinunciabile un’urbanistica adeguata e dal volto umano, con il dovuto contributo dell’architettura? Quale occasione migliore, se non quella offerta dai Rimbocchi? Per noi “Verde”, compreso anche nella accezione di Parco, corrisponde a tutta una serie di elementi d’incontro tra il vantaggioso, il piacevole e il funzionale. È lampante che un filo verde di unione tra parco e scuola ci sia già, e ben visibile: è quello che corre da Montegrillo fino a Fontivegge attraverso i Rimbocchi, un filo che ha tutte le prerogative potenziali per rendere l’estesa zona un attivo laboratorio. È superfluo dire che merita un progetto: l’area rappresenta nella realtà un perfetto sodalizio tra parco e scuole.   La ricostruzione dovrebbe comprendere il degradato CVA dei Rimbocchi, il poco attraente prefabbricato del Liceo scientifico di via Ruggero D’Andreotto e il Broletto “rossiano”, dove la grigia burocrazia regionale potrebbe essere soppiantata da un opportuno distretto delle discipline del disegno e dell’arte.

Soffia da tempo un vento “green”, la necessità di un’inversione di tendenza in cui l’habitat naturale non sia più soggetto a manovre di spicciola ecologia di facciata. È necessaria l’affermazione di un nuovo punto di vista volto al recupero e al riuso dell’ambiente costruito.

Nessuna notizia invece riporta il progetto previsto nel PUMS comunale di una  galleria che da Ponte Rio vada a trafiggere i Rimbocchi, insieme a tutta la collina cittadina, per poi arrivare addirittura a Pian di Massiano e al torrente Genna, scontrandosi così con tutti gli enunciati riguardanti il rapporto tra ambiente naturale e cultura. Qui occorrerebbe urgentemente un comitato per respingere la paventata galleria. ◘

A cura dell'Architetto Mauro Monnella


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