Sabato, 27 Aprile 2024

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Quando i mostri invadono lo schermo

King Kong

silvia romano2

King Kong è una delle icone dei mostri della storia del cinema. Ha la forma di un gorilla di dimensioni gigantesche. Viene realizzato per la prima volta da Merian C. Cooper (già autore del film Il mondo perduto) con la tecnica detta a “passo uno” o “stop motion” basata su soggetti inanimati, spostati e fotografati a ogni cambio di posizione. La proiezione in sequenza delle immagini crea poi l’illusione di movimento.

Il primo King Kong del 1933 è diretto da Merian C. Cooper e Ernest B. Schoedsack. Una sua trasposizione del 1976 è diretta da John Guillermin. In realtà le versioni del film sono innumerevoli, ma ci limitiamo alle più famose, quella del 1933 e al remake del 1976 appunto. La storia è simile nei due film. Una troupe cinematografica è in procinto di realizzare un film su un’isola misteriosa dei mari del Sud chiamata isola del Teschio. Si dice che su tale isola vivano ancora animali preistorici. Una volta sul posto una ragazza facente parte della troupe viene catturata dagli abitanti selvaggi del luogo che vogliono offrirla in sposa al terribile King Kong, un gorilla dalle immense dimensioni, al fine di placare la sua rabbia. Legata a un albero viene presa dal gorilla che però non è intenzionato a farle del male; anzi vuole piuttosto proteggerla dagli attacchi di feroci animali preistorici che si trovano sull’isola. Gli uomini in seguito riescono a narcotizzare Kong, legarlo e portarlo a New York per esporlo quale fenomeno da baraccone. Ma il gorilla riesce a rompere le catene e fuggire. Arriva a prendere la ragazza e rifugiarsi in cima a un grattacielo. Verrà alla fine abbattuto da aerei. Questa è a grandi linee la trama dei due King Kong. I film si avvalgono di effetti speciali e trucchi visivi straordinari. Per la versione del 1933 (che molti critici considerano ancora la migliore) si utilizzano trucchi quali lo “stop-motion” (di cui si è sopra accennato), le miniature, il matte-painting (pittura di sfondi, una tecnica usata al fine di rappresentare paesaggi o luoghi altrimenti troppo costosi se non impossibili da ricostruire o raggiungere direttamente). L’American Film Institute lo pone nel 1998 al quarantatreesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, lo si pone al quarantunesimo posto.

Il remake del 1976 di John Guillermin segue più o meno - come dicevamo - la linea del film del 1933 senza particolari innovazioni per quello che riguarda la vicenda. Da notare comunque gli originali e mirabili effetti speciali di Carlo Rambaldi che riescono ad aggiudicarsi un Oscar.

Godzilla appare per la prima volta quale risposta giapponese al cinema fantascientifico americano (King Kong in primo luogo appunto). Il primo film è del 1954 ed è diretto da Ishiro Honda. La storia. Inizi anni cinquanta. Nell’Oceano Pacifico sull’atollo di Bikini, luogo di esperimenti nucleari, in seguito al lancio di una bomba atomica è risvegliata una gigantesca creatura anfibia preistorica. Viene denominata Godzilla. Si tenta in un primo tempo di eliminarla, ma poiché tutti gli sforzi risultano vani, si crea la M.O.N.A.R.C.H. un’associazione con il compito di controllare il mostro. Due esperti della M.O.N.A.R.C.H. battezzano il mostro M.U.T.O. (Massive Unidentified Terrestrial Organism: “organismo terrestre gigantesco non identificato”) e scoprono che si nutre delle radiazioni presenti. Quando tutte le armi risultano non efficaci si ricorre a una macchina in grado di far scomparire l’ossigeno. In modo metaforico c’è una critica per l’impiego delle atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945.

Il film recente Godzilla vs Kong (il terzo di una trilogia comprendente, oltre il suddetto, Godzilla: King of the Monsters e Kong: Skull Island e inoltre pure tanti altri dedicati agli scontri fra i due mostri) diretto da Adam Wingard vede i due esseri giganteschi che si scontrano ancora senza esclusione di colpi. Il regista Wingard ha detto a proposito di Godzilla vs Kong: «Forse perché somiglia così tanto a un umano, perché ha il sangue caldo ... c’è qualcosa - in Kong - che ci fa sentire simili a lui. Godzilla al contrario è una creatura misteriosa, un rettile a sangue freddo: sono davvero due poli opposti e noterete che hanno uno stile di combattimento completamente diverso. Il film originale era divertente, ma lasciava un po’ delusi perché non prendeva una posizione e ancora oggi i fan discutono su chi sia il più forte. Nel mio film ho voluto che ci fosse un vincitore». ◘

di Gabriella Rossi


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