L’antica città del popolo dei Vestini sorgeva su un rilievo collinare all’interno di un’ampia conca naturale circondata dalle catene del Gran Sasso e del Sirente; era attraversata già in origine da un importante asse viario, che diverrà in seguito la via Claudia Nova e quindi il Tratturo Magno. L’origine del primo nucleo abitato si colloca intorno al V-IV secolo a.C., ma l’insediamento venne trasformato in praefectura sulla base dei canoni urbanistici di età romana alla metà del I secolo a.C.; la realizzazione della imponente cinta muraria e la monumentalizzazione del sito, con edificazione di templi e del teatro, rimontano al I secolo d.C. La città iniziò la sua decadenza a causa del terremoto del 443 d.C. e la popolazione si trasferì in luoghi meglio difendibili a causa delle guerre e delle invasioni barbariche susseguenti alla caduta dell’impero romano.All’abbandono seguì la fase della spoliazione degli edifici, i cui elementi architettonici si rinvengono in molte costruzioni del circondario, a cominciare dalla chiesa medievale di san Paolo, nei pressi dell’area archeologica, fino a Prata d’Ansidonia e a Bominaco.
Gli scavi del sito, avviati negli anni '80 del Novecento, hanno riportato alla luce parte del monumentale teatro, l’area forense e il tempio probabilmente dedicato ad Apollo, oltre a cisterne, sepolcri e resti di edilizia civile, con domus dai pavimenti a mosaico. All’esterno della cinta muraria, di cui restano ampi tratti in opera cementizia e la grande porta occidentale a doppio fornice, è venuto alla luce un settore di necropoli arcaica databile al VII secolo a.C.
di Patrizia Gioia