Martedì, 19 Marzo 2024

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Scienza e Fede

SENSOINVERSO.

silvia romano2

A ogni riunione del Consiglio dei Ministri i partiti si presentano l’un contro l’altro armati, e quando escono sono tutti concordi sulle misure da adottare, all’unanimità. Parola che una volta veniva pronunciata solo nei congressi dell’ex Pci o del Politburo delle Repubbliche socialiste sovietiche. Oggi, invece, è diventata parola all’ordine del giorno. Merito di Draghi? No, merito del Cts, ovvero del Comitato tecnico scientifico a cui spetta la "parola": e oggi la parola è scienza.

Dunque, grazie al virus, la scienza è diventata regina del pensiero e della comunicazione e prima inter pares con la politica. Per questo ogni sera ci si accinge ad ascoltare in Tv le ultime considerazioni di Viola, Crisanti o Bassetti con le mani giunte, come davanti a immagini sacre. Gli stessi politici senza il parere degli scienziati non possono fare nulla. La scienza non aveva mai goduto di tanta notorietà come in questa fase pandemica, e piano piano ha soppiantato la fede, ha soggiogato la ragione, tiene al guinzaglio la coscienza. La devozione scientifica ha superato quella religiosa.

Ma, purtroppo, il miracolo si ferma qui. Se ci spostiamo di un passo ed entriamo nell’ordine del nucleare, altro tema che ha molto a che fare con la salute dei cittadini, del milena gabanellipianeta e con la stessa sua sopravvivenza, allora la scienza e gli scienziati scendono dagli altarini e i politici, che non sanno nulla del virus, diventano dei geni dell’atomo: sanno tutto di nucleare, spiegano la fusione, che spesso confondono con la fissione, fanno previsioni e delle scorie giurano che tra 140 mila anni saranno esauste. La Gabanelli ha spiegato in televisione che in Italia abbiamo un sito nucleare con scorie collocate a 60 metri dal fiume Dora; Rubbia ha scritto che c’è il rischio di inquinare tutto l’Adriatico e il Mediterraneo; dopo l’incidente di Fukushima ancora il nocciolo della centrale nucleare brucia e non riescono a spegnerlo; i pescatori cileni mangiano pesce reso radioattivo dall’acqua della centrale giapponese che si riversa in mare, non sappiamo ancora dove mettere le scorie, ma sicuramente la corsa verso il nucleare ripartirà, perché, finalmente, avremo il nucleare “intrinsecamente” sicuro. E i politici, che hanno ripreso il bastone del comando, giurano che sarà green. La scienza ritorni pure nei libri di Storia a disputare con fede e ragione. Ne riparleremo tra 140 mila anni. ◘

 Redazione


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