Venerdì, 11 Ottobre 2024

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Un regime spietato che si accanisce contro i giovani

Testimonianza. Tomay Solehi è il rapper simbolo della protesta.

silvia romano2

Ecco la testimonianza dello zio di Tomay Solehi che vive in Germania, che sta in ansia per la sorte del nipote.

«Provo rabbia, rabbia, rabbia. Rabbia nei confronti del regime e dei Paesi del mondo che non vogliono ascoltare la voce del popolo e non fanno quanto sarebbe necessario per porre fine al regime in Iran. Le leggi e i regolamenti della Repubblica islamica dell’Iran vanno contro tutti i possibili diritti umani, lo abbiamo visto per 44 anni, non è mica una novità», insiste lo zio, che qualifica il regime come terrorista, un terrorismo che funziona come una mafia e opprime 80 milioni di iraniani. «Per mantenere il potere, la loro unica possibilità è opprimere», dice.

Tornando indietro nel tempo, fino a molto prima dello scorso settembre, sottolinea che non sono mai stati in grado di tenere elezioni giuste e che è solo con la paura che cercano di governare. «Impiccano, torturano e stuprano coloro che imprigionano al fine di spaventare gli altri, per impedire loro di andar fuori a protestare. Ma la gente ora non ha più paura».

«La gente dell’Iran ha dimostrato ancora una volta quello che vuole e non si arrenderà ora. Vogliono porre fine al regime e hanno bisogno del sostegno internazionale per riuscirci», insiste lo zio di Toomaj dalla Germania. Come esempio di risposta cita il suo Paese di residenza, dove alcuni deputati hanno accolto prigionieri politici. Ma ritiene che sia necessario andare fino in fondo, «la cosa più importante di tutte è chiudere le ambasciate ed espellere gli ambasciatori iraniani dai Paesi, poi va classificata come terrorista la Guardia rivoluzionaria islamica», cosa che è appena avvenuta nel Regno Unito. ◘

Redazione


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